Ansia da prestazione femminile
Donne cisgender, transgender e persone non binarie con vulva possono vivere l’ansia da prestazione in modo molto simile, a causa delle aspettative sociali
Sesso=prestazione? No, grazie
Proprio come abbiamo già visto nell’articolo sull’ansia da prestazione maschile, associare il sesso al concetto di prestazione è una delle maggiori fonti di apprensione per le persone.
La pressione sociale e la mancata educazione sessuale non aiutano
Per le persone socializzate al femminile la questione è spesso ambivalente, perché culturalmente sono continuamente immerse in quello che viene definito il binomio “santa-puttana”.
Diventa difficile lasciarsi andare quando la libertà sessuale verrà giudicata come negativa; allo stesso tempo, basterà avere qualche resistenza per essere considerate frigide.
Il tabù della masturbazione
Moltissime ragazze raggiungono l’età adulta senza conoscere il proprio corpo, provando vergogna per i propri genitali, non avendo mai provato a procurarsi piacere da sole. Questa può essere una variabile molto importante che può portare a blocchi sessuali, a difficoltà nel raggiungere l’orgasmo, o nel godersi un rapporto sessuale dando spazio al proprio godimento.
Ossessione per il corpo
Inoltre, solitamente crescono in un ambiente dove c’è una costante attenzione sul corpo e una continua comparazione con quello delle altre. Questo dà spesso origine al fenomeno dello spectatoring, ovvero il continuo check del proprio corpo dall’esterno, che è il peggior nemico del piacere e del lasciarsi andare. A livello di esperienza, spesso e volentieri la paura di un giudizio (troppa pancia, troppi fianchi, poche tette, troppe tette, troppi peli, ecc), spinge molte donne a fare sesso solo al buio o in penombra, come per nascondersi il più possibile e cercare di sentirsi più al sicuro.
Quanto detto vale ovviamente a prescindere dall’essere cisgender o transgender, perchè il peso del “male gaze” (sguardo maschile sistemico) sul corpo femminile è avvertito da chiunque performi la femminilità.
Ansia e genitali
La preoccupazione sul corpo si focalizza anche sui genitali: il fatto che la pornografia proponga spesso vulve depilate (e più simili a quelle di una Barbie che a quelle reali!) crea nelle donne cisgender una grande preoccupazione, vergogna, a volte mancata accettazione per ciò che si è, e di conseguenza si fa fatica a ricordare che forme e odori sono naturali, e che nella sessualità è normale non essere tutti uguali e perfetti.
Il discorso vale anche per le donne non cisgender. Non tutte le donne transgender provano per forza disforia verso i loro genitali, ma coloro che la provano - e per vari motivi non hanno ancora fatto un intervento chirurgico di riassegnazione dei genitali - possono provare molta ansia all’idea di interagire sessualmente con altre persone. Una cosa che spesso non si prende in considerazione è che le donne transgender possano provare disforia per il proprio pene e che non abbiano piacere a coinvolgerlo in un rapporto sessuale, mentre l’aspettativa creata dalla pornografia può invece far pensare il contrario.
Moltissime persone non binarie con vulva possono provare disforia sia verso il proprio genitale, sia all’idea della penetrazione se non hanno desiderio che avvenga, e può essere ansiogeno dover fronteggiare l’idea di un atto sessuale con qualcuno che invece potrebbe dare per scontato il binomio vagina=sesso penetrativo.
Il desiderio, l’eccitazione, l’orgasmo
L'ansia da prestazione femminile non sempre si manifesta con i suoi segni distintivi (tachicardia, sudorazione, senso di soffocamento, ecc.). A volte arriva anche portando un calo del desiderio sessuale, condotte di evitamento, sintomatologia fisica (non sottovalutare mai il dolore!) e anorgasmia. Spesso la questione “prestazione” si verifica proprio per quanto riguarda l’orgasmo, perchè c’è l’idea che solo se avviene (il nostro e quello dell’altra persona) si avrà la sensazione di aver vissuto una bella esperienza sessuale. Purtroppo, tutto questo orgasmocentrismo non aiuta l’abbassamento dell’ansia e non porta quasi mai al risultato sperato. È proprio come fare un road trip e non vedere l’ora di arrivare a destinazione, senza godersi le tappe e il paesaggio!
Enjoy the ride
Non è semplice lasciarsi alle spalle tutte queste paure, la buona notizia è che la causa dell'ansia da prestazione femminile nasce da noi, dalle nostre credenze sul sesso e su come dovremmo farlo, dalle nostre insicurezze e dalla nostra idealizzazione del momento (“dovrebbe essere spontaneo, senza intoppi, facili orgasmi, come nei film!”).
Se sentite di avere difficoltà e avete bisogno di approfondire la vostra educazione sessuale, non abbiate timore a informarvi o a fare un percorso di consapevolezza sessuale con qualche professionista.
E ricordate: meritate di godervi il viaggio!
Articolo a cura di Dania Piras - Esperta in Sessualità Tipica e Atipica