Cos'è l'Ansia da Prestazione Maschile

Stereotipi, false credenze e una mancata educazione sessuale possono essere tra le maggiori cause dell’ansia da prestazione

Ansia e sessualità non vanno molto d’accordo
Tutte le persone possono sperimentare ansia da prestazione durante l’intimità con altre persone, ma c’è una particolare attenzione nei confronti degli uomini (cisgender) quando si parla di questo argomento. Le ragioni dell’attenzione sul fenomeno si intrecciano con le cause del fenomeno stesso.

Il sesso è una prestazione?
Vivere la sessualità come una prestazione, anche inconsapevolmente, è molto comune. Questa modalità si incastra con alcuni stereotipi di mascolinità tossica circa l’essere uomo, su come l’uomo dovrebbe comportarsi a letto, su quanto dovrebbe durare, su quali dimensioni dovrebbe avere il suo pene, su quanto dovrebbe riuscire a mantenere l’erezione.

Il fatto che non esistano spazi sicuri per parlarne - nessuna educazione sessuale, nessun confronto coi pari che non preveda lo sfottò - alimenta alcune credenze disfunzionali circa il collegamento tra virilità e performance sessuale. Tra l’altro, a volte anche i/le partner colludono con queste credenze, aumentando così la possibilità che la persona in questione viva l’approccio intimo con ancora più ansia.

Quali sono queste credenze disfunzionali?

Erezione: c’è questa idea diffusa che l’erezione sia qualcosa di meccanico, staccata dal contesto emotivo e cognitivo. La perdita dell’erezione non è prevista, se accade scatta subito l’allarme: “C’è qualcosa che non va”. Questo succede a causa di una narrazione erronea, ovvero che gli uomini dovrebbero essere sempre pronti, scattanti, vogliosi, eccitati, come se fosse la loro natura più intrinseca. Se ciò non accade, è come se venissero meno alla loro stessa natura e perciò si sentono (o vengono considerati) “meno uomini”. In realtà l’erezione è un processo molto più complesso e globale di ciò che si crede, e la perdita dell’erezione durante l’interazione sessuale è qualcosa di assolutamente comune e normale. Provare ansia nei confronti della possibile perdita dell’erezione può innescare un circolo vizioso e creare una sorta di “profezia che si autoavvera”, per cui poi la paura si può concretizzare. Questo perché l’ansia aumenta la produzione dell’ormone dello stress (cortisolo) e può favorire la riduzione delle risposte vasocongestizie dei genitali, ovvero la gestione dell’afflusso del sangue che mantiene il pene eretto!


Penetrazione: un’altra idea disfunzionale è legata al fatto che il sesso possa definirsi tale solo se concerne la penetrazione. Oltre all’evidente concentrazione sulla zona genitale come unico spazio per il piacere, questo si collega ad un’altra credenza non del tutto corretta, ovvero che - nei rapporti eterosessuali - la donna possa essere soddisfatta e raggiungere l’orgasmo solo se è prevista la penetrazione. In realtà, le percentuali ci dicono che la donna in media prova più piacere nel ricevere una stimolazione esterna, ovvero nella zona clitoridea, rispetto all’atto penetrativo. Inoltre, il sesso è molto di più di un semplice atto penetrativo: è un’esperienza che può coinvolgere i corpi a 360° e che può anche decentrarsi dalla zona genitale. Definiamo “sesso” tutto ciò che comporta una risposta eccitatoria sessuale, non solo erezioni e orgasmi!

Piacere femminile: in molte relazioni eterosessuali cisgender, si intersecano tre elementi: la poca conoscenza del corpo femminile e del suo funzionamento, la mancanza di comunicazione sul sesso e il bisogno maschile di rinforzare il proprio ego e la propria virilità attraverso il godimento dell’altra persona.

Questa combinazione può generare un “accanimento erotico” alla ricerca dell’orgasmo della donna, mettendo quindi al primo posto quel “feedback” che può diventare una conferma delle proprie capacità prestazionali. Questo genera non pochi problemi: il focus sull’orgasmo anziché sulla globalità del momento può essere controproducente, oltre al fatto che chiaramente il pensiero è tutto investito sul cercare di fare una buona performance, invece che sulla spontaneità e il godimento dell’incontro.

Articolo a cura di Dania Piras - Esperta in Sessualità Tipica e Atipica

Per un esperienza a 360°