Anatomia del pavimento pelvico maschile
Una delle domande che ricevo più spesso è: “ma anche gli uomini hanno il pavimento pelvico?”. Rimango sempre un po’ spiazzato, è un sintomo del poco peso che le scuole danno allo studio di anatomia ed educazione sessuale, ma non è una perplessità affatto stupida dato che nella maggior parte dei casi si parla solo della cura del pavimento pelvico femminile.
Normalmente è una parte del corpo che si associa all’universo femminile perché in presenza di una vagina questo ha maggiori probabilità di dare segni evidenti di sofferenza come incontinenza di urina o feci, iperattività o ipoattività, dolori mestruali o pelvici fino ad arrivare ai prolassi di vescica, utero o retto. Nei maschi buona parte di questi problemi sono scongiurati, ma ciò non significa che non abbiano un pavimento pelvico, quello degli uomini è solo molto meno esplicito nel mostrare la propria sofferenza.
Quando si parla di pavimento pelvico dell’uomo già il nome è fuorviante: non è una struttura rigida o piatta. Il modo migliore per immaginarlo è pensare invece a una larga amaca, una struttura morbida ma di sostegno. Questa corre da dietro sul coccige – ciò che resta della coda dei nostri antenati – al pube, dove si trova il monte di venere. Abbraccia lateralmente le tuberosità ischiatiche – le “sitting bones” come le chiamano gli anglofoni – che sono le ossa con cui scarichiamo il nostro peso quando siamo seduti composti.
I muscoli che costituiscono il pavimento pelvico maschile sono muscoli striati come quelli nelle braccia o nelle gambe e sono completamente sotto il controllo della volontà, ma a differenza della maggior parte dei loro pari questi non muovono articolazioni, hanno funzioni più complicate.
Questi muscoli, che tappano il lato inferiore del bacino, hanno come primo compito quello di sostenere le masse di vescica e intestini, funzione svolta principalmente dal grande muscolo elevatore dell’ano, che deve essere un sostegno gentile, deciso e variabile. Non una lastra di marmo ma nemmeno un budino.
È importante che la muscolatura sappia allungarsi e accorciarsi in maniera versatile perché le condizioni all’interno dell’addome cambiano costantemente: pensate solo a quanto cambia la pressione addominale tra la posizione in piedi o seduta, con un profondo respiro, dopo aver mangiato o dopo aver fatto pipì o ancora durante uno starnuto o un salto. Il pavimento pelvico dell’uomo deve variare tono, lunghezza, rigidità e flessibilità anche decine di volte in pochi minuti dialogando con i visceri, la parete addominale e il diaframma respiratorio in un botta e risposta che protegge i nostri organi garantendoci una grande mobilità.
Il pavimento pelvico maschile ha anche un’altra funzione importantissima e quasi sconosciuta: è indispensabile per raggiungere e mantenere l’erezione. La base del pene che affonda nelle pelvi si biforca accanto al pube e viene avvolta dalla coppia di muscoli ischiocavernosi e dal muscolo bulbospongioso come in una custodia elastica. Alla contrazione questi muscoli spremono le basi del pene spingendo il sangue verso l’asta e il glande.
L’effetto di questa muscolatura sul tono dell’erezione è sottovalutato, ma importante, ed è di grande aiuto nel curare alcune tipologie di disfunzione erettile su base non psicologica.
Articolo a cura di Claudio Morandini - Fisioterapista, riabilitatore perineale, consulente sessuologo ed esperto in educazione sessuale.